In una lettera a Julius Evola del febbraio del 1948, René Guénon esprimeva un giudizio perentorio sulla medicina moderna alla quale preferiva di gran lunga la pratica della medicina tradizionale: «È assai increscioso che la vostra condizione non accenni ad un sensibile miglioramento; non so proprio cosa sarebbe possibile fare in un caso del genere… Il guaio è che qui l’antica medicina tradizionale è del tutto scomparsa di fronte all’invasione della medicina moderna, a cui, d’altronde, mi sono sempre accuratamente astenuto dal fare ricorso!». La ‘scomparsa’ della medicina tradizionale a fronte della ‘invasione’ della medicina moderna, cui faceva riferimento Guénon nello stralcio di lettera appena riportato, era soltanto una delle molteplici e possibili opposizioni tra una scienza tradizionale e i suoi «residui» moderni, su cui si era intrattenuto più diffusamente circa vent’anni prima ne ‘La crisi del mondo moderno’: l’astrologia rispetto alla più materiale astronomia, da un lato, e alla più sentimentale psicologia, dall’altro; la cosmologica alchimia rispetto alla sperimentale chimica; l’exoterica matematica moderna rispetto all’esoterica matematica pitagorica e così via.
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