Le opzioni per i futuri studiosi di Storia Italiana saranno due: la prima, che ci si augura, è che fra un migliaio d’anni, con le mani nei capelli, saranno incerti se piangere o ridere; la seconda, che purtroppo i fatti di cui si dirà rendono anche la più probabile, è che non rideranno e non piangeranno, e anzi non diranno nulla, perché non ci sarà nessuno studioso di Storia Italiana. E questo non perché la Storia sarà passata totalmente fuori moda (lo è già adesso), ma perché non ci sarà proprio nessuno.
Evidentemente il tema ha un portato tragico non indifferente, e dunque pare obbligatorio cominciare con un sorriso. Il sorriso è «prima di tutto» quello del nostro glorioso Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio. È il sorriso che egli ha sfoderato il 2 marzo scorso, durante un collegamento dalla Farnesina con il noto programma serale DiMartedì, in onda su La7. Il sorriso è arrivato quando, passati i primi cinque imbarazzanti minuti di dribbling alle domande del conduttore, al Ministro, per dirla con le parole del Folengo, phantasia plus quam phantastica venit («venne una trovata oltremodo fantastica»). Non poteva trattenerla: «Io sono animalista, e penso che fra Putin e qualsiasi animale ci sia – Congiuntivo azzeccato! Grazie, San Gennaro! – un abisso, e sicuramente quello atroce è lui», ha detto col sorrisetto.