Poiché lo stato liberale è ormai dipendente dalla spasmodica ricerca dell’hype emotivo-sentimentale, anche i grandi sommovimenti che caratterizzano la nostra epoca sono soggetti alla logica algoritmica di Instagram. Più un tema è toccante, scioccante, sconvolgente, più suscita attenzione. Ma non dipende dalla portata dell’argomento in sé, bensì da come viene ritratto dai media e da come viene gettato in pasto all’opinione pubblica social. Che a sua volta autoalimenta il circuito e influenza l’agenda comunicativa.
La pandemia ne è certamente un esempio lampante, con bollettini catastrofici, allarmismi, discussioni sull’applicazione delle restrizioni e sulle campagne vaccinali che fagocitano così tanto i cittadini da distogliere per mesi, per anni, l’attenzione da altri temi. O quantomeno da rendere i riflettori sul resto non più stabili bensì stroboscopici.