«Avvicinati, vieni a leggere che c’è scritto qui», mi dice Pavel. È un giovane poliglotta che prima della pandemia lavorava come guida turistica per quanti volessero provare a visitare la Transnistria, lo stato fantasma. Ora, dal febbraio 2022, il giorno dell’apocalisse per i popoli slavi orientali, è uno dei pochi volti con cui riesco a parlare liberamente, senza dare troppo nell’occhio. Dall’inizio della guerra in Ucraina le mura già piuttosto fortificate della PMR (Pridnestrovskaya Moldovskaya Respublika) sono diventate quasi invalicabili. Entrare nella regione separatista filorussa della Moldova da giornalisti occidentali non è possibile. Richiedere un accredito stampa è un processo farraginoso, lungo, sfinente e, soprattutto, molto controllato. Con un fixer, un po’ di prudenza e il giusto quantitativo di faccia tosta, invece, è possibile optare per un’altra strada: il basso profilo. Senza attrezzatura vistosa, con una comunissima reflex e il desiderio di visitare questa sorta di Donbass moldavo, si riesce a penetrare la rete di controlli. Ma vuol dire dover tenere a bada le curiosità, interloquire il meno possibile, indagare con tatto.
Autore
Daniele Dell'Orco

Daniele Dell'Orco
Giornalista pubblicista e autore di libri, è laureato in Scienze della comunicazione. Dirige la rivista trimestrale ‘Nazione Futura’ ed è collaboratore di ‘Libero’ e del ‘Giornale.it’. Ha fondato la casa editrice ‘Idrovolante’.
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