Ai primordi, la possibilità di sopravvivenza dell’uomo era legata alla tecnica grazie alla quale egli riusciva a procurarsi il nutrimento e a conservarlo per il tempo necessario a provvedere al sostentamento della sua famiglia e della sua tribù. Costantemente l’uomo era chiamato ad affrontare le ostilità degli elementi naturali: animali da predare, predatori più forti di lui che potevano massacrarlo, calamità naturali, condizioni ambientali sfavorevoli che gli impedivano di coltivare o distruggevano i raccolti, cattive annate, insetti o parassiti che rovinavano i frutti del suo lavoro. Per scongiurare questi eventi nefasti, l’uomo offriva il cibo migliore agli Dei, in riti collegati alle pratiche agricole, ai fini della conservazione degli equilibri e del rapporto con le divinità, presenti e vive in tutti gli elementi naturali e nel paesaggio.
Autore
Cristina Coccia

Cristina Coccia
Biologa, nutrizionista, irpina, autrice di saggi sulla demografia e la salute della popolazione italiana per le ‘Edizioni di Ar’ e di articoli divulgativi per siti web e riviste. Si occupa anche di ecologia e difesa del paesaggio etnico.
In microbiologia, la coltura è una tecnica per ottenere la moltiplicazione di microrganismi in un mezzo predeterminato e in condizioni controllate di laboratorio. Nel mezzo vi sono tutti i nutrienti necessari per…