Nel giugno 2019 scoppia lo scandalo di Bibbiano, nell’Emiliano: secondo le indagini, bambini strappati alle loro famiglie sulla base di elementi del tutto falsi, poi affidati a strutture di ‘assistenza sociale’ vicine al mondo della sinistra progressista, corrotti da psicologi criminali e infine affidati a famiglie di amici ben inseriti nel tessuto sinistrorso. Le prime sentenze del novembre 2021 hanno condannato uno dei responsabili per lesioni personali e abuso di ufficio, ma i processi proseguono il loro corso e la verità processuale è ancora da accertare. Sembra una storia assurda: cosa ci insegna?
Come giustamente premetti, i fatti devono ancora essere accertati. Qualora venissero confermati, il quadro sarebbe a dir poco allucinante, il peggior incubo per un genitore: figli allontanati senza motivo e affidati ad altre persone di bassa qualità morale e umana. Un disegno doloso terribile che, se accertato, dovrebbe macchiare per sempre quel sistema politico-ideologico che vi è dietro. Ad ogni modo, per indagare l’origine di tali nefandezze, ritengo che tutto nasca da una idea che viene da molto lontano, sin dall’Illuminismo, secondo cui la famiglia è un luogo di oppressione, mentre esiste un’autorità con un giudizio superiore, accreditata e ritenuto autorevole, che può esprimersi sulla qualità della famiglia. Contesto fortemente questa lettura: anche in caso di problematiche familiari – ma dalle indagini sembra emergere che non ce ne fossero – la famiglia va affiancata e aiutata, seguita ma non sostituita in nessun modo.