L’ideologia del medesimo – che dà il titolo ad un libro da poco uscito in Italia e molto apprezzato dal pubblico – è una definizione che Lei ha coniato e che sembra essere davvero calzante per descrivere lo spirito di questo tempo. Come definirebbe il periodo che viviamo?
Ogni teoria o dottrina, religiosa o profana, che consideri le differenze (tra gli individui, i popoli, le culture, ecc.) come qualcosa di poco importante, se non addirittura come qualcosa di nocivo, rientra, a mio avviso, nell’ideologia del Medesimo. Per quanto riguarda gli uomini, l’ideologia del Medesimo per eccellenza è l’universalismo, che ritiene che gli individui siano fondamentalmente gli stessi ovunque, in modo da poter imporre loro le stesse istituzioni politiche, economiche e sociali. L’universalismo postula anche che gli individui appartengano all’umanità in modo immediato, mentre in realtà vi appartengono in maniera mediata, solo per il tramite di una cultura. Il risultato dell’attuazione dell’ideologia del Medesimo è l’avvento dell’uomo intercambiabile e di un mondo unidimensionale. Preferisco usare questa espressione di ‘ideologia del Medesimo’ piuttosto che il termine ‘egualitarismo’, che è più ambiguo nella misura in cui può far pensare che la condanna dell’egualitarismo implichi quella di qualsiasi forma di uguaglianza.