IL ‘MONDO AL CONTRARIO’ DEL GENERALE VANNACCI

da Francesco Borgonovo

La verità è che questo libro non dovrebbe nemmeno esistere. Non dovrebbe essere il caso editoriale dell’anno, né il potente argomento di dibattito che è diventato. Eppure esiste, è qui, lo tenete fra le mani. E ciò rappresenta un bel problema per tanti, a destra come a sinistra (ammesso che tali categorie siano ancora sensate). 
Iniziamo riepilogando l’accaduto: in effetti basta raccontarlo per rendersi conto del totale delirio in cui siamo precipitati. Succede che un generale dell’esercito, Roberto Vannacci – plurilaureato e pluridecorato, uno che ha combattuto nelle aree più roventi del globo – si permetta di scrivere e autopubblicare un libro contenente alcuni suoi pensieri. Non commenta le missioni svolte o altre faccende riservate attinenti al suo lavoro. Semplicemente inanella alcune considerazioni che, in un altro momento storico, sarebbero state definite «di senso comune» ma oggi vengono considerate patologiche. 

Questo è il momento che stiamo vivendo. Ormai non è nemmeno più un problema di politicamente corretto, di buonismo in eccesso o di emarginazione delle opinioni difformi. Qui siamo decisamente oltre: siamo giunti a un livello tale per cui persino l’enunciazione di principi liberali e la difesa della libertà di pensiero divengono «manifestazioni di fascismo» da reprimere con violenza (verbale, se non altro). Ecco perché ho scritto che questo libro non dovrebbe esistere. Perché non dice nulla di nuovo, nulla che i politici di destra non abbiano già detto e ripetuto migliaia di volte, nulla che gli elettori non conoscano, nulla che non si dica a tavola o alla bocciofila. Eppure, pensate, è bastata la ripetizione di questi pensieri a tratti persino triti e superati per creare uno scandalo di proporzioni enormi. 

Uno scandalo che è stato – involontariamente – costruito tanto dalla sinistra quanto dalla destra: entrambi gli schieramenti hanno offerto il peggio di sé, esibendo tutti gli stereotipi che li affliggono da tempo. Il fronte progressista, al solito, si è indignato e ha strepitato scomodando il nazismo, il razzismo e il solito odio. Lo ha fatto, come sempre, senza darsi nemmeno la pena di sfogliare il volume del militare, almeno inizialmente. 

Vannacci, lo scoprirete, non si sogna nemmeno – e grazie al cielo – di affermare che gli omosessuali siano malati, inferiori, devianti eccetera. Si limita a scrivere che essi non rappresentano la norma (cosa su cui molti attivisti Lgbt potrebbero concordare, dato che contrastano la «norma eteropatriarcale») e dunque le associazioni arcobaleno non dovrebbero poter imporre unilateralmente una ideologia politica. Tanto è bastato a renderlo – agli occhi di politici e giornali – un mostro omofobo. E, in aggiunta, un razzista, un fascista, un pazzo, un fanatico e un antisemita (per inciso: nel suo libro la parola ebreo non compare). 

Ma torniamo al racconto. Già la prima parte dello svalvolamento collettivo che abbiamo appena sintetizzato sarebbe sufficiente a suggerire una bella terapia di gruppo. Il problema è che non è mica finita qua: ci sono state una seconda parte e pure una terza.

 La fase due è la seguente. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, non perde tempo e, via social, esprime giudizi sprezzanti sul volume di Vannacci, che con tutta evidenza non ha letto. Fidandosi delle ricostruzioni tendenziose e mistificatorie apparse sui quotidiani progressisti, il ministro si lancia all’attacco del generale affermando che egli dica fregnacce e facendo intendere che abbia offeso l’onore delle forze armate. Il curriculum di Vannacci avrebbe forse dovuto suggerire maggiore attenzione e un minimo di obiettività in più, ma appunto questi sono i tempi: basta un fiato di Repubblica per far gelare il sangue nelle vene a troppi, anche a destra. Insomma, il ministro va all’attacco, le autorità militari intervengono e a tempo di record tolgono a Vannacci l’incarico a cui era stato da poco destinato.

 Storiaccia chiusa? Ovvio che no. C’è la fase tre, quella della demenza acuta. Al Pd e ai giornali di sinistra non basta la reprimenda crosettiana, non basta la rimozione di Vannacci dall’incarico: vogliono la testa del generale, pretendono che sia epurato, sconfessato dal governo fra insulti e maledizioni, forse impalato. A questo punto interviene Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, tramite interviste concesse alla Verità e al Corriere della sera….

Per gentile concessione dell’Editore “Il Cerchio”

VUOI CONTINUARE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO?
ACQUISTA O ABBONATI ALLA RIVISTA:

Ti potrebbe piacere anche

Lascia un Commento