Sono pochi gli uomini liberi nel nostro Paese. Ancor meno quelli che appartengono a questa categoria e sono impegnati sul fronte editoriale e giornalistico. Claudio Messora, animatore dal 2007 di ByoBlu, è uno di questi. ‘FUOCO’ ha intervistato Messora e, in una lunga chiacchierata, abbiamo provato a definire lo stato dell’arte dell’informazione in Italia per comprendere se, e quali spazi, esistano ancora per iniziative indipendenti sul più vasto fronte della comunicazione.
I media mainstream descrivono ByoBlu come ‘complottista, no-vax, megafono di fake-news’, come accade con la maggior parte delle voci libere. In realtà, cos’è ByoBlu?
È una testata giornalistica ed è una televisione nazionale con tutte le autorizzazioni e le licenze del Tribunale e del Ministero, controllata dalle autorità di regolamentazione e dagli ordini (i quali non hanno mai avuto niente da eccepire sulla qualità del suo lavoro), che ha una linea editoriale indipendente da quella di tutti gli altri media nazionali. A differenza di questi ultimi, che rispondono in maniera militare agli interessi dei grandi soggetti globali che dettano l’agenda a tutto il mondo occidentale, la linea editoriale di ByoBlu non è dettata dalle multinazionali, dai filantropi, dalle istituzioni o dalle banche, ma dai cittadini, e risponde esclusivamente alle loro reali necessità di informazione.
ByoBlu è un progetto libero, soprattutto in quanto finanziato dal suo pubblico. Come si convincono i cittadini a finanziare progetti di libertà di informazione come ByoBlu?
Con i fatti. Ogni mese gli spettatori sono chiamati a valutare non solo la qualità dei programmi di informazione e di cultura prodotti, ma anche la rispondenza ai loro reali interessi, la trasparenza e l’onestà nel dare le notizie. Se il pubblico ritiene che abbiamo fatto un buon lavoro, che abbiamo dato spazio a temi e persone che sui media mainstream vengono oscurati, e che lo abbiamo fatto in maniera obiettiva e completa, lasciando parlare tutti, senza manipolazioni o filtri, allora copre con le libere donazioni il nostro fabbisogno economico. Diversamente saremmo costretti a chiudere, non avendo a disposizione altre forme di finanziamento. Questa è la migliore garanzia, per i cittadini, che la loro televisione continui a fare informazione al loro servizio.

ByoBlu è passato per la censura di YouTube: una croce al merito?
YouTube è una multinazionale che risponde agli interessi di Google, che a sua volta ha interessi nel campo della ricerca e della produzione dei vaccini. Si comporta come un editore, censurando ed oscurando i contenuti che danneggiano le sue attività. In questo modo tradisce la promessa iniziale, ovvero la realizzazione di una piazza virtuale dove il dibattito pubblico possa fluire liberamente, nel rispetto delle leggi. Siccome la maggior parte delle informazioni oggi transitano sui social, soprattutto YouTube e Facebook, e siccome questi soggetti sfuggono alle normative nazionali e perfino alla Costituzione, che tutela la stampa e la libertà di pensiero ma non ciò che accade negli orticelli privati digitali di questi grandi editori globali, di fatto il nostro Paese ha perso il controllo sulla trasparenza nel dibattito pubblico. La censura di ByoBlu, una testata giornalistica che stava per raggiungere il milione di iscritti e che aveva oltre 200 milioni di visualizzazioni dei suoi video, è un campanello di allarme che dovrebbe preoccupare tutti. Basterebbe emanare una legge che imponga ai social network di rispettare la libertà di stampa e di escludere le testate giornalistiche da qualsiasi forma di controllo e di censura. La realtà è che la maggior parte delle leggi oggi sono di emanazione europea e Bruxelles non ha un reale interesse nella tutela della libertà di stampa […]
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