Tutti ti conoscono come ‘Pubble’. In verità, dietro a questo progetto c’è Paola Ceccantoni, artista, disegnatrice e vignettista: qual è stato il percorso che ti ha portato a ideare il progetto Pubble?
Possiamo dire che dietro questo progetto c’è Paola Ceccantoni ma non solo Paola. Dietro questo progetto c’è anche il mio compagno Giuseppe. E questo in realtà è sia l’incipit della risposta, sia la risposta in senso pieno. Pubble è nato dall’incontro sentimentale e professionale di due persone; è lo specchio dei dibattiti politici che nascono la sera a casa sul divano, è l’esigenza di sfogarsi su temi di attualità, è lo scontro di idee e anche l’incontro di queste. Pubble non è solo il mio specchio ma lo specchio di entrambi, forse è la sintesi migliorata e più efficace di due teste simili e al tempo stesso differenti. Ne esce fuori che Pubble spesso ha un’entità propria, certe volte ci stupisce. È come se fosse un figlio: ci preoccupa, ci dà soddisfazioni, ci fa litigare, ci unisce. Non avevamo in mente di farlo diventare ciò che è diventato nel tempo, ma siamo felici che cresca e che molte persone ci si riconoscano e gli vogliano bene quanto gliene vogliamo noi.
‘Pubble’ è un progetto poliedrico e di difficile catalogazione. Domanda scomoda: di destra, di sinistra, non conforme, politicamente scorretto… c’è una qualche definizione in cui riuscire a collocarti?
Ah beh, questa è una domanda difficile! Se dovessi basarmi sui commenti che ricevo, praticamente potrei appartenere a qualsiasi schieramento a seconda della giornata: certe volte anche all’interno dello stesso contenuto c’è chi mi da della ‘fassistaah’ e della ‘comunistaah’. Credo ci sia molta confusione in merito. Purtroppo per molti – so di essere impopolare – credo che la destra e la sinistra siano due concetti un po’ vuoti di significato in questo preciso momento storico. Faccio molta difficoltà a inquadrare la nostra classe politica in una cornice di destra o di sinistra, considerando i valori storici della destra e della sinistra. E credo anche che le ideologie, essendo lo specchio degli uomini, si dimostrino poi, per forza di cose, piene delle contraddizioni degli uomini e delle donne dei nostri tempi. Quindi, faccio fatica a trovare una collocazione: sono dalla parte delle idee che ritengo in linea con la mia morale e col mio senso di giustizia. Non mi interessa poi molto l’etichetta. Non appoggiando la propaganda bellica, credo di aver mandato in confusione anche il mio lettore più accanito.

Com’è fare satira politica in un’epoca in cui dominano i dogmi della censura (palese e occulta)? Senti la sfida o il peso insostenibile di essere – nella tua categoria – una mosca bianca?
Una premessa è d’obbligo: l’informazione di questi tempi passa soprattutto per i social dove è vero che esiste una forma di censura evidente, ma è anche vero che questa censura è attuata da un algoritmo. E siccome l’algoritmo non potrà mai, e dico mai, superare l’intelletto umano in quanto a creatività, la censura – che è vincolata a parole chiave, espressioni, nomi – si può aggirare tranquillamente. Lezione pratica sull’argomento fu la mia vignetta – molto tosta – sul tema immigrazione, immediatamente bannata da Facebook. Mi venne l’idea di inserire in quella stessa immagine che avevo proposto arcobaleni e unicorni: l’algoritmo magicamente non riconosceva più quella vignetta come una violazione. Il contenuto era rimasto lo stesso. Anzi era diventato ancora più comico. Il messaggio è arrivato pulito senza doversi uniformare al politicamente corretto, utilizzando un pizzico di ingegno. Poi, la censura non può essere vissuta con vittimismo: piuttosto che lamentarsi dei ban, la sfida di questi tempi diventa come fregare la censura stessa. La censura spesso è chi si incaponisce nell’utilizzo di linguaggi o grafiche che non verranno mai passate per buone. Risultato? Ti chiudono la pagina. Perdi il lavoro. Il messaggio si blocca e non arriverà mai a nessuno. Ma allora non è molto più stimolante aggirare l’ostacolo con la creatività? Soprattutto noi vignettisti che abbiamo la possibilità di essere creativi, muoviamoci tra le trame, approfittiamo del buchi, mettiamoci fantasia […]
VUOI CONTINUARE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO?
ACQUISTA O ABBONATI ALLA RIVISTA: