In una lettera del 21 ottobre 1949 lo scrittore Aldous Huxley ringraziava l’ex allievo dell’Eton College, George Orwell, per avergli spedito una copia del suo nuovo romanzo, ‘1984’. Huxley si mostrava entusiasta del manoscritto ma si permetteva di notare la differenza sostanziale tra il modello di dittatura ‘dolce’, immaginato da lui 17 anni prima nel romanzo distopico ‘Il mondo nuovo’, e quello invece cupo e ‘sadico’ descritto da Orwell, spiegando cosa, secondo lui, sarebbe avvenuto nel prossimo futuro: «Credo che le oligarchie troveranno forme più efficienti di governare e soddisfare la loro sete di potere e saranno simili a quelle descritte ne ‘Il mondo nuovo’». Huxley si mostrava convinto che i governanti avrebbero adottato la ‘manipolazione dolce’ in quanto avrebbero trovato nell’ipnotismo, nel condizionamento infantile e nei metodi farmacologici della psichiatria un’arma decisiva per piegare le menti e il volere delle masse.
Seguendo la lezione di Huxley, ai metodi repressivi oggi si preferisce anteporre l’ingegneria sociale, in modo da manipolare ‘dolcemente’ le masse e far credere ai cittadini che costoro siano liberi di scegliere quando invece le loro decisioni vengono decise e orientate dall’alto. Nella società democratica le opinioni, le abitudini e le scelte delle masse vengono cioè indirizzate – come spiegava nel 1928 Edward Bernays, considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni e nipote di Freud – da un «potere invisibile che dirige veramente il Paese». Secondo Bernays, la propaganda è fondamentale per «dare forma al caos». Le tecniche usate dal potere per plasmare l’opinione pubblica sono state inventate e sviluppate negli anni, spiegava Bernays, «via via che la società diventava più complessa e l’esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria».
Con l’avvento della moderna società di massa il potere ha dovuto infatti esercitarsi su un numero sempre maggiore di persone. L’arte del controllo ha finito per divenire scienza delle Pubbliche Relazioni o, meglio, una ‘scienza della manipolazione’ di sconcertante raffinatezza che riesce a influenzare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica (pensiamo al fenomeno degli spin doctors).

Come anticipato, Bernays parlava di «tecniche usate per inquadrare l’opinione pubblica» portate avanti da un ‘governo invisibile’. Il potere oggi, per risultare maggiormente efficace, preferisce infatti rimanere ‘nell’ombra’, palesandosi il meno possibile. Un potere nascosto ha l’indubbio ‘pregio’ di rimanere praticamente inattaccabile e nascosto. Infine, un potere non immediatamente identificabile dai più ha la possibilità di fare quello che nessun governo o potere visibile può compiere fino in fondo: manipolare quasi alla perfezione i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l’impressione di farlo; controllare i popoli entrando nel loro immaginario, plasmando cioè le menti, le coscienze degli individui.
Si deve partire ovviamente dalla considerazione che per il potere il popolo sia un ‘soggetto minorenne’, che va indottrinato e guidato attraverso tecniche di persuasione sempre più raffinate. Semmai, come notava Huxley, il condizionamento nei governi del passato non si era spinto abbastanza in là, rimanendo di fatto incapace di plasmare del tutto le coscienze. E fu per questo che le dittature del passato si sgretolarono: «Gli antichi dittatori caddero perché non sapevano dare ai loro soggetti sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri. E non possedevano un sistema veramente efficace per la manipolazione dei cervelli», osservava Huxley nel 1958. Quello che più di cinquant’anni fa osservava il romanziere inglese era che un sistema totalitario, per sopravvivere, ha bisogno di suggestionare soprattutto le menti dei cittadini, offrendo «pane e circensi, miracoli e misteri», canalizzando cioè l’immaginazione delle masse verso distrazioni che allontanino le coscienze da possibili proteste. Per controllare le masse si deve intervenire sull’immaginario, sedandolo, manipolandolo e offrendo dall’altra la soddisfazione dei beni primari, dal cibo al sesso. Per limitare la libertà delle masse si è scelto di intervenire antropologicamente su di esse, plasmando l’individuo fin dalla nascita, indottrinandolo sui banchi di scuola, in-formandolo attraverso i media e lo spettacolo, facendolo persino lottare per battaglie politiche, sociali e culturali in apparenza spontanee […]
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