In ricordo di un testimone della Tradizione. Tributo a Carlo Corbucci

da FUOCO

Ricordare l’avvocato Carlo Corbucci non è un compito semplice.
Non tanto per l’affabilità, la generosità, la disponibilità, la semplicità, con la quale in questi anni si è mostrato nei nostri confronti, quanto per la profondità e l’altezza di un vero uomo di Spirito, di un intellettuale fine, acuto e intelligente, capace di non cadere nell’errore dello sterile sfoggio accademico di un sapere speculativo, ma di testimoniare, invece, una Conoscenza assimilata, operativa, in grado di tradursi, conseguentemente, in uno stile di vita nobile.

Di Carlo non possiamo dimenticare gli occhi pieni di luce, una luminosità che è il riflesso di un cuore evidentemente votato alla Verità e alla Giustizia del Principio.  E tale luminosità non si è mai affievolita, anche quando il fisico ha cominciato a dare segnali di cedimento. 
Anzi, proprio nei suoi ultimi giorni tra noi, abbiamo visto gli occhi di Carlo ancora più splendenti, mentre diceva: « Io sono qui ed ora; sono pronto, nonostante tutto, a continuare la mia battaglia di uomo della Tradizione». Una frase da soldato e combattente dello Spirito. 
E, forse, questo, è stato l’ultimo, vero e diretto, insegnamento di Carlo che abbiamo avuto la fortuna di ricevere, a testimonianza del fatto che, nel momento più difficile e duro dal punto di vista umano, le qualità interiori, trascendono ogni paura e sofferenza e conferiscono quella forza che è propria solamente di coloro che hanno ritrovato Dio perché hanno abbandonato l’io.  

Qualità interiori che abbiamo potuto apprezzare, per quanto possibile, grazie ai molteplici incontri insieme e alle tante occasioni di collaborazione. Come quando passeggiando all’ombra dell’Etna, Carlo ci chiedeva se fosse faticoso o meno salire in cima al vulcano, perché gli avrebbe fatto tanto piacere provarci insieme. O durante i momenti in cui abbiamo condiviso un articolo per questa rivista oppure quando abbiamo impostato una nuova pubblicazione per le edizioni Cinabro: occasioni in cui la cura, la meticolosità e l’attenzione ai contenuti e anche alla forma rappresentavano l’espressione di un ordine necessario per coniugare essenza e sostanza, al fine di pervenire alla sintesi.   
Potremmo citarne tanti di episodi di questo tipo, ma non crediamo sia importante fare la cronaca di un rapporto che nel corso degli anni si è andato sempre più consolidando e rispetto al quale non smetteremo mai di essere grati ed onorati: grati per quanto trasmesso, mai abbastanza, onorati per la fiducia concessa, sempre da meritare.
Se così Dio ha voluto, offrendogli la possibilità di continuare il viaggio di approssimazione e di ricongiunzione col Principio, libero dalle umane miserie, sta a noi il compito di andare avanti, nonostante la tristezza nel cuore di chi ha perso un maestro, un caro amico, un fratello.
Sta a noi il compito di andare avanti, con la fortezza nel cuore derivante dalle sue ultime parole, pronunciate con voce flebile, ma con un sorriso sempre sereno e rassicurante. 
Carlo, esempio di uomo votato all’umile servizio per la Tradizione, impegnato lungo la Via della Conoscenza, ove l’abbandono della volontà individuale è condizione indispensabile per fare spazio alla Volontà divina. 
Quante volte abbiamo meditato insieme queste parole: “In fondo, devi comprendere che il segreto per sconfiggere le tentazioni della volontà individuale e della libertà di scelta consiste nel renderti conto che sei esclusivamente una manifestazione della Sua Forza ineludibile” (Ibn Ata Allah al- Iskandari).

Buon viaggio Carlo, al cospetto di Dio. 
In alto i cuori. 

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