Quando la solidarietà pulsa oltre le sbarre

da Massimiliano Baldoni

L’Associazione Gruppo idee lavora da anni all’interno delle carceri italiane promuovendo attività ricreativa, sportive e culturali. Per chi non vi conosce puoi brevemente presentare l’associazione, i suoi scopi e le sue attività?

L’Associazione Gruppo Idee nasce nel 2008 dall’iniziativa di un gruppo ristretto di sole cinque persone, con l’intento di dedicarsi anima e corpo al ‘tema delle carceri italiane’. Alla base dell’iniziativa abbiamo posto il coinvolgimento diretto e indiretto di persone che si sono confrontate, loro malgrado, con la detenzione in carcere. Questa esperienza ha condotto queste persone a scegliere di aiutare altri che, come loro, sono stati condannati a risarcire il loro debito con la giustizia. Grazie a questa ‘esperienza’ il Gruppo Idee, nel corso di questi 14 anni, è cresciuto in maniera esponenziale, arrivando a contare volontari che, grazie all’art. 17 della Legge sull’ordinamento penitenziario – che promuove l’azione rieducativa anche mediante istituzioni e associazioni per il reinserimento sociale -,  sono autorizzate a entrare negli istituti penitenziari.

In particolare, la nostra Associazione è presente nella casa circondariale di Rebibbia, sia nel complesso maschile sia in quello femminile, negli istituti di Frosinone, Terni, nonché in altre strutture sul territorio nazionale, rappresentando anche un punto di riferimento per altre associazioni. Inoltre, con l’impegno di tante persone, portiamo avanti la realizzazione e la stampa di un giornalino, regolarmente registrato, all’interno del reparto G8 di Rebibbia, nonché un laboratorio di sartoria presso l’istituto femminile. In aggiunta, ci avvaliamo della collaborazione, esclusivamente volontaria e pro bono, di avvocati che una volta a settimana entrano nella casa circondariale per consigliare quanti ne hanno bisogno. Poi, la presenza di una psicologa dell’associazione ci ha permesso di organizzare anche colloqui individuali all’interno del carcere per quanti hanno bisogno di un sostegno psicologico a causa della detenzione. Impegniamo anche molta energia nello sport: dal rugby al calcio, passando per tennis e pallavolo, senza tralasciare anche attività ‘culturali’ come concorsi per scrittura, disegno e poesia: proprio questa iniziativa ci ha permesso, grazie all’interesse della Biblioteca Nazionale a Roma, di raccogliere i migliori racconti e poesie, che abbiamo destinato agli istituti penitenziari nazionali e a quanti mostrano interesse per questi lavori.

Gruppo Idee si fonda sull’idea che solo aiutando chi ne ha bisogno si può pensare di aiutare se stessi: bisogna essere utili per non sentirsi inutili. È questo il senso che date alla parola ‘solidarietà’?

Sì, certo. ‘Aiutare gli altri, per aiutare se stessi’ è una nostra linea guida. La solidarietà non aiuta solamente chi la riceve ma anche chi la fa. Rendersi utili, soprattutto per chi ha iniziato il proprio reinserimento, diviene una crescita costante a livello umano ed emozionale. È un riscatto personale.

Qualche anno fa il Gruppo Idee organizzò un torneo di calcio dall’evocativo titolo ‘Un calcio al pregiudizio’, mettendo in campo detenuti e agenti di Polizia Penitenziaria. Credi che in Italia ci sia un forte pregiudizio verso i carcerati e gli ex carcerati? 

Sicuramente il pregiudizio della società esterna è molto forte. Non solo: noto che negli ultimi anni ciò è andato addirittura aumentando. Spesso mi capita di sentire ‘pregiudizi’ non solo per chi ha avuto una condanna, ma anche semplicemente per un sospetto, senza che magari sia iniziato alcun processo. Basta un articolo di giornale, una trasmissione indirizzata, magari un ‘taglia e cuci’ di qualche intercettazione e agli occhi della cosiddetta opinione pubblica si è già colpevoli. Figuriamoci se poi il casellario giudiziario non è immacolato.
Dall’altro lato, posso testimoniare che, quando ai detenuti oppure agli ex detenuti, viene data una seconda occasione, in molti restano stupiti dalle loro capacità e correttezza, conquistandosi con i fatti la fiducia […]

VUOI CONTINUARE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO?
ACQUISTA O ABBONATI ALLA RIVISTA:

Ti potrebbe piacere anche

Lascia un Commento