Come in alto, così in basso

da Giuseppe Aiello

‘Come in alto, così in basso’ è una popolare parafrasi moderna del secondo verso della ‘Tavola di Smeraldo’ (Tabula Smaragdina), un testo ermetico compatto e criptico attestato per la prima volta in una fonte araba della fine dell’VIII o dell’inizio del IX secolo. Questo scritto – che, come ricorda Titus Burckhardt, riassume il significato e l’intero edificio del magistero alchimistico – si presenta come una rivelazione di Ermete Trismegisto e come tale fu interpretato dagli alchimisti medievali. In un suo scritto dell’ottavo secolo Djâbir Ibn Hayyân vi accenna per primo e già ad Alberto Magno ne era nota la redazione latina.

È opportuno subito notare che l’originale arabo del versetto nella stessa ‘Tavola di Smeraldo’ non menziona che «ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto», quanto piuttosto che l ‘uno deriva dall’altro ( إن الأعلى من الأسفل والأسفل من الأعلى ).

Pertanto, una traduzione più fedele sarebbe «Invero, certamente, e senza dubbio, ciò che in alto deriva da ciò che è in basso, e ciò che è in basso [deriva] da ciò che in alto, per compiere i miracoli di una cosa»

Fedele al testo arabo appare essere quindi la traduzione latina «superiora de inferioribus, inferiora de superioribus» di Hugo of Santalla, un traduttore spagnolo che operò nella prima parte del XII secolo e che dalla lingua araba egli tradusse in latino testi di alchimia, astronomia, astrologia e geomanzia.

La dichiarazione iniziale è un appello non solo alla veridicità assoluta: la Tabula custodisce un messaggio che va oltre le forme tradizionali e le conseguenti nozioni exoteriche di eresia e ortodossia.

Il verso susseguente accenna, come puntualizza Titus Burckhardt, all’interdipendenza tra ciò che è ‘in alto ‘ e ciò che  ‘in basso’, tra attivo e passivo, poiché la forma essenziale non può manifestarsi senza la materia passiva e, viceversa, la facoltà passiva si sviluppa solo per l’intervento del polo opposto attivo. Allo stesso modo, nel ‘magisterio maggiore’ l’intervento della forza spirituale dipende dalla disposizione del ‘recipiente’ umano, e questo dipende da quella. Tutto questo non è che un altro aspetto della corrispondenza speculare tra ‘alto’ e ‘basso’.

La relazione descritta è verticale e colloca il destinatario dell’insegnamento in una posizione centrale a partire dalla quale si può parlare di ‘alto’ e ‘basso’ lungo l’Asse cosmico che si estende indefinitamente verso l’alto e indefinitamente verso il basso. L’unica cosa chiaramente definita è il centro da cui l’Alto e il Basso si estendono verso l”esterno’. È da questa posizione centrale in cui si trova l’essere umano che le potenze e le forze dell’Alto e del Basso agiscono e possono essere osservate e messe in atto.

La ‘legge dell’analogia’, ma che si potrebbe chiamare anche dell”interdipendenza’, lega tra loro i vari stati di esistenza, per cui ciò che si trova in uno di questi stati si riflette, si riverbera, su tutti gli altri stati, sia verso l’alto che verso il basso. Su tale legge si basa il legame tra Macrocosmo e Microcosmo. Ad esempio, applicando tale legge alla nostra individualità, abbiamo che ciò che assumiamo a livello corporeo – cibi, bevande ecc. – influisce sullo stato superiore, la nostra psiche, e allo stesso modo, ciò che caratterizza e si sviluppa a livello psichico influisce sul corpo (la psicosomatica cerca infatti la connessione tra un disturbo somatico, anche generico, e la sua possibile causa di natura psicologica) […]

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