Nel giugno 2019 scoppia lo scandalo di Bibbiano, nell’Emiliano: secondo le indagini, bambini strappati alle loro famiglie sulla base di elementi del tutto falsi, poi affidati a strutture di ‘assistenza sociale’ vicine al mondo della sinistra progressista, corrotti da psicologi criminali e infine affidati a famiglie di amici ben inseriti nel tessuto sinistrorso. Le prime sentenze del novembre 2021 hanno condannato uno dei responsabili per lesioni personali e abuso di ufficio, ma i processi proseguono il loro corso e la verità processuale è ancora da accertare. Sembra una storia assurda: cosa ci insegna?
Come giustamente premetti, i fatti devono ancora essere accertati. Qualora venissero confermati, il quadro sarebbe a dir poco allucinante, il peggior incubo per un genitore: figli allontanati senza motivo e affidati ad altre persone di bassa qualità morale e umana. Un disegno doloso terribile che, se accertato, dovrebbe macchiare per sempre quel sistema politico-ideologico che vi è dietro. Ad ogni modo, per indagare l’origine di tali nefandezze, ritengo che tutto nasca da una idea che viene da molto lontano, sin dall’Illuminismo, secondo cui la famiglia è un luogo di oppressione, mentre esiste un’autorità con un giudizio superiore, accreditata e ritenuto autorevole, che può esprimersi sulla qualità della famiglia. Contesto fortemente questa lettura: anche in caso di problematiche familiari – ma dalle indagini sembra emergere che non ce ne fossero – la famiglia va affiancata e aiutata, seguita ma non sostituita in nessun modo.
La famiglia è stata abbandonata a sé?
A parte i casi di evidenti patologie, i genitori naturali – la mamma e il papà – sono sempre i migliori, fermo che in alcuni casi hanno bisogno di supporto. Uno dei tanti mali della società moderna è questa idea di una famiglia nucleare, una monade lasciata sola, come succede spesso nelle grandi città. La solitudine del nucleo familiare è accentuata dall’assenza della comunità, della famiglia allargata, quella dei parenti che si stringono attorno a chi ne ha bisogno. Occorre, dunque, un capovolgimento della mentalità, che riporti la famiglia al centro di un sistema che la sorregge e la tutela.
Battaglie in-civili per le adozioni gay, utero in affitto, adozioni di single e tutto il restante miscuglio indefinito di ‘fantasie’ per la lotta contro la famiglia tradizionale. Distrutta la famiglia, cosa perde la società?
La famiglia moderna, da opporre alla famiglia tradizionale, non esiste: la famiglia vera è una sola e si realizza quando un uomo e una donna si rendono disponibili ad accogliere la vita, fermo che non è scontato che la vita arrivi. Secondo i miei principi, i figli sono una grazia di Dio, non sono un diritto da rivendicare. I genitori cercano di fare quanto meglio possono, pur con tutti i limiti, gli errori, la finitezza umana. Nel disegno della famiglia c’è anche di più: ci sono i due principi fondanti della realtà che si integrano: il principio femminile, che è incarnato dalla donna, che ha una vocazione ontologica ad accogliere la vita e a rendere l’uomo ‘più amico della vita’ come afferma Houellebecq nella sua ultima opera. Dall’altra parte, il principio maschile si sostanzia nella propensione al sacrificio, al morire a se stessi – nella parte umana e materiale – e quindi nella regola, nel limite, nell’argine a passioni e desideri. Don Fabio Rosini afferma: la donna è come il pavimento della casa, mentre l’uomo ne rappresenta le mura. Così, la donna accoglie e sostiene, mentre l’uomo definisce e protegge: è un concetto ontologico umano […]
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