Diversità, parodia sbilenca dell’Identità

da Elio Della Torre

In nome di una piatta e anonima uguaglianza, un bel giorno hanno ucciso l’Identità.
L’hanno uccisa con un colpo secco alle spalle, all’improvviso, senza nemmeno darle il tempo di reagire, di opporsi, di giustificare la propria esistenza: l’hanno ammazzata senza processo o, meglio, senza contraddittorio processuale. Le ‘parti lese’ – costituite da tutta quella marmaglia informe e deforme di ‘sessualmente indecisi’ e ‘territorialmente indefiniti’ – hanno gridato allo scandalo, hanno accusato l’Identità di discriminazione, le hanno attribuito un senso alterato, errato e inopportuno pur di convincere i tutori della moralità a farla fuori.
Hanno detto che ‘rispettare la propria identità significa denigrare quella altrui’. Quel senso di appartenenza un po’ campanilistico, anche romantico, certamente sincero e innocuo, è un po’ troppo accentuato e potrebbe offendere chi invece non ha più una terra, un popolo e una cultura di appartenenza.

E poi, quel sentirsi italiani, russi o iraniani, riconoscendosi presso una bandiera e dentro dei confini definiti anche da guerre e sangue degli eserciti, risulta anacronistico, volgare e altamente offensivo verso chi in quella bandiera e in quei confini non può – ma spesso semplicemente non vuole – riconoscersi.

Cosa sarebbe poi quella strana aspirazione a essere come i propri padri, nonni e trisavoli: non è forse una mancanza di carattere, una debolezza, quella di chi non sa affermare se stesso ma ricerca modelli cui rifarsi?

Così, le prove contro l’imputata Identità erano schiaccianti. Giudizio immediato. Sentenza. Esecuzione.

Dunque, eliminando il presunto problema ‘Identità’ alla radice, hanno cancellato dalla storia il concetto di identità, con tutti gli annessi e connessi, che vanno dalla patria alla famiglia, dalla storia alle tradizioni.

In effetti, per creare il consumatore perfetto – adatto a ogni prodotto multinazionale e buono dal Bangladesh alla Svezia – occorreva privare l’uomo della sua identità e quindi di se stesso, giacché cos’è un uomo se non ha un’identità, se non è se stesso?

Se non sei te stesso, se non hai un’identità, non sei nessuno. E come poter poi rivendicare la tanto blasonata ‘libertà’ se non hai un ‘te stesso’ da affermare con tale libertà?

Poi, però – sia per fini commerciali, ma nessuno ve lo verrà mai a confermare, sia perché chi tiene le redini di questo mondo ci tiene particolarmente – c’è stato bisogno di formare delle ‘false identità’, al fine di creare gruppi di utili idioti a servizio dei nuovi mostri del mondo moderno: la lobby LGBT che sostiene tutte le politiche contro la vita, l’umanità, la famiglia; gli ‘ambientalisti’ che spingono per quella indefinibile e irraggiungibile sostenibilità, fatta in buona sostanza di pericolose e inquinanti batterie elettriche e tonnellate di carta che distruggono foreste; come non ricordare poi il divertentissimo mondo delle femministe, depresse senza un partner, che combattono la vera affermazione della donna costringendola a rincorrere l’ideale del maschio […]

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