Dal cibo naturale alla pappa sintetica

da Mario Polia

Fra le varie culture derivate dal ceppo indoeuropeo, la tradizione dell’India, fin da tempi molto remoti, ha elaborato un funzionale sistema teorico e pratico che permette di realizzare se stessi armonizzando le componenti principali, o “qualità (guṇa)” della natura umana: la componente spirituale (sattva) la componente psichica e animica (rajas), la componente materiale (tamas).  Nella persona ognuna delle tre componenti è presente ma la presenza varia, diremmo, “in percentuale”. La persona in cui predomina il guṇa sattva è incapace di realizzare sé stessa nel possesso di beni materiali e nel soddisfacimento delle urgenze imposte dall’ego. Non esaurisce il suo ideale di “conoscenza” nella cultura, che mantiene distinta dalla sapienza e ritiene ad essa subordinata.

È portata per natura alla contemplazione, alla meditazione, al silenzio della mente e del cuore favorito dal distacco dai “piaceri” del volgo. È incline alla misericordia perché disposta a offrire senza riserve i suoi talenti pro salute populi. La sua natura e, di conseguenza, la sua funzione sono prettamente ‘sacerdotali’. La persona in cui predomina il guṇa rajas è portata all’azione: nella manifestazione più alta della propria natura, è capace di slanci generosi che le permettono di sacrificare se stessa per il bene altrui: è questa l’espressione più nobile del ‘guerriero’ sia sul campo di battaglia che nel quotidiano agone della vita. Nell’ordine castale, sebbene qualitativamente subordinate alla funzione propriamente ‘guerriera’, l'”industria” – la produzione di beni al servizio della comunità – e la funzione mercantile che assicura con generosa onestà la loro distribuzione e fruizione erano considerate veicoli per la realizzazione della persona. Nella sua manifestazione più bassa, se privo di controllo, il guṇa rajas spinge all’affermazione titanica dell’ego, all’acquisizione di potere, ricchezza, prestigio personale. Superbia, egoismo, saccenteria sono i difetti della natura ‘rajasica’ non soggetta al sattva: l’allegoria dell’eroe che vince il drago va interpretata da questa prospettiva. La natura ‘tamasica’ si manifesta nell’attaccamento ai beni materiali, tende instancabilmente alla soddisfazione degli istinti; è connotata da una supina acquiescenza alle urgenze delle passioni; si compiace nel soddisfarle ma, subito dopo, in una continua ricerca che non dà tregua, vuole altro e di più. A ben vedere, questa è l’illogica logica del moderno consumismo che irretisce le masse, le sfrutta e devasta la natura a favore di pochi, a loro volta vittime eccellenti di tale perversa illogicità.I tre guṇa sono presenti in ogni cosa esistente, dunque anche negli alimenti che, a loro volta, possono influenzare nella persona il guṇa corrispondente. Alimenti ‘sattvici’ sono il latte prodotto da una corretta alimentazione del bestiame; il burro purificato (ghi); l’olio d’oliva non soggetto a trattamenti chimici; il miele; lo zucchero integrale; il riso e i cereali; i legumi; i frutti freschi consumati nel periodo in cui giungono a maturazione; le verdure fresche e gli ortaggi di stagione; l’acqua incontaminata. Alimenti ‘rajasici’ sono le carni rosse (in grado minore le carni bianche e il pesce); le droghe piccanti; le bevande nervine: caffè, thé, cacao; le inebrianti, a seconda della loro gradazione alcoolica. Alimenti ‘tamasici’ sono le carni frollate (care ai nostri cacciatori della domenica); i cibi provenienti da animali impuri o gli alimenti contaminati; i cibi soggetti a eccessiva conservazione; fra gli ortaggi, l’aglio e la cipolla se usati in quantità  smodata. ‘Tamasico’, inoltre, diviene ogni cibo assunto in eccesso tale da produrre offuscamento nella mente e torpore nel corpo. Questo vale anche per i cibi ‘sattvici’ assunti senza regola e senza misura. Oltre al cibo, l’eccesso di sonno produce un potenziamento del guṇa tamas, il difetto esalta il guṇa rajas; lo stesso accade per difetto o eccesso nell’attività motoria. Aromi e musica agiscono anch’essi sui guṇa favorendone o inibendone l’azione: si considerino, a tal riguardo, gli influssi prodotti dalla musica sacra e quelli prodotti dalla musica profana, in specie dal rock con dichiarate velleità ‘sataniche’. Si consideri anche l’effetto delle musiche marziali con tamburi, trombe, cornamuse. Per gli aromi, si consideri ad esempio l’incenso. L’aria pura e fresca è ‘sattvica’, quella viziata ‘tamasica’. E così via per ogni elemento e per ogni cosa […]

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