Lo chiamano ‘progresso’, il destino inevitabile da cui non ci si può sottrarre. Digitale con realtà aumentata, servito da reti Wi-Fi e 5G, Smartphone, droni, super App e Internet delle cose, prima dell’arrivo del 6G, l’Internet dei corpi fino a 330 Ghz programmato per il 2030, quando con l’interfaccia neurale si sostituiranno tablet, telefoni cellulari e computer, impiantati nell’organismo umano chip dermali iperconnessi nell’interfaccia uomo-macchina. Neuroni in bluetooth con Intelligenza Artificiale, perché il futuro non aspetta, proprio come l’agenda globale e gli interessi planetari delle multinazionali che, spalleggiati dalle mire securitarie di neo-leviatani Stati di sorveglianza, intorno alle nuove tecnologie hanno ridisegnato non solo i perimetri di libertà, diritti, città e territori cibernetici, ma persino l’essenza ontologica dell’essere umano, riconfigurata in un processo di ingegneria sociale senza precedenti. Ultra-razionalismo, turbo-illuminismo, evoluzionismo darwiniano dalla scimmia al cyborg: è questa la filosofia del processo transumanista in atto, dove di ignoto negli effetti c’è davvero poco, se non la prova sul campo nelle ripercussioni a medio-lungo termine per la salute pubblica, quando tutto funzionerà a pieno regime nella Gigabit Society: più antenne, più scambio dati, più velocità, più inquinamento ambientale.
«L’introduzione della tecnologia 5G senza ulteriori studi preventivi – afferma un recente uno studio scientifico commissionato dal Parlamento europeo – significherebbe che si sta effettuando un ‘esperimento’ sulla popolazione umana, le cui conseguenze sono del tutto incerte». Cancro da irradiazione multipla, ubiquitaria e cumulativa di radiofrequenze onde non ionizzanti, elettrosensibilità e sensibilità chimica multipla, diabete di tipo 3 e sindrome di hikikomori sono solo alcune delle malattie emergenti, sempre più diffuse nei paesi digitalizzati, la verità negata da quanti nel luddismo del terzo millennio teorizzano l’antistorica foglia di fico per coprire una falla più grande della pezza, fatta da effetti su DNA e bambini, danneggiamento della memoria, alterazione dello sviluppo del cervello, influenza sulla salute riproduttiva e molto altro. «Lo Stato non protegge i cittadini ma fa il business dell’industria», all’indomani della sentenza della Corte d’Appello del Distretto di Columbia sostiene Robert F. Kennedy Jr., nipote dell’indimenticato presidente americano assassinato: ad agosto la Federal Communications Commission (FCC) è stata condannata per aver deliberatamente ignorato la letteratura biomedica nelle prove scientifiche sui pericoli da elettrosmog, una montagna di evidenze sacrificate in nome dell’obsoleto teorema scientista secondo cui le ‘prove del danno non ci sono’, valutate le sole ripercussioni termiche (e non biologiche). Eppure i numeri parlano chiaro, scienza un tanto al chilo: se 11.000 pagine, 447 reperti in 27 volumi sono serviti ai giudici statunitensi per sentenziare contro l’agenzia federale che, con standard vecchi di 25 anni (era 2G), ha autorizzato il lancio in orbita di 12.000 satelliti wireless di quinta generazione per irraggiare dal cielo l’intero mondo, il Portale Campo Elettromagnetico contiene un database con inventario di 32.398 pubblicazioni e 6.814 riassunti di singoli studi scientifici sugli effetti dei campi elettromagnetici. Anche per questo la compagnia assicurativa Swiss Re nelle polizze vita inserisce il 5G nelle prime cinque minacce emergenti. «Se lo Stato non lo fa, qualcuno deve farlo. Io mi metto a disposizione per fare della mia storia una testimonianza» sostiene Roberto Romeo, tuttora dipendente di Telecom Italia che, dopo 15 anni passati a lavorare col telefonino all’orecchio, ha scoperto un tumore alla testa, un neurinoma del nervo acustico riconosciuto lo scorso anno dalla Corte d’Appello di Torino nel nesso con l’utilizzo prolungato di cellulari e cordless. Proprio come ad Innocente Marcolini, riconosciuto nel 2012 oltre ogni ragionevole dubbio dalla Suprema Corte di Cassazione il nesso del cancro al cervello (nervo del trigemino sinistro) con l’uso dei telefonini. «La gente deve sapere cosa rischia», ripete oggi l’ex manager bresciano, mentre l’Alleanza contro il Cancro (fondata dal Ministero della Salute) studia le possibili correlazioni tra onde elettromagnetiche e glioblastoma (tumore maligno al cervello, il più comune tra le neoplasie cerebrali) […]
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