Il potere settario che allo stato attuale sembra tenere il mondo nella sua morsa di dogmi, riti e miti del tutto aberranti ha avuto modo di lanciare, ancora prima della ‘crisi del virus’, alcuni nuovi paradigmi per tentare di rimodellare la realtà dell’ordine sociale umano. Ma questo potere, avendo come obiettivo, non di certo la salvaguardia della Natura, ma alcuni cambiamenti fondamentali nell’ambito dell”ingegneria umana’, in sede di comunicazione di massa ha sempre addotto delle motivazioni del tutto artificiose, puri e semplici pretesti utili al raggiungimento di obiettivi già prefissati in partenza.
In questo contesto si inserisce anche il tema ambientalista, tema invero non nuovissimo, già ricettacolo delle idee dell’area radical a partire dagli anni ’70 e che poi, con il passare del tempo, è diventato la punta di diamante dell’offensiva per imporre i punti dell’agenda democratico-globalista. Agenda che, sempre più aggressiva e invadente di anno in anno, sta finalmente mostrando in questo ultimo periodo il vero volto del potere totalitario e antivitale dei suoi fautori. L’ecologismo come ‘prosecuzione della politica con altri mezzi’, strumento di una guerra non dichiarata per l’imposizione di un ‘nuovissimo ordine mondiale’. Ecco quindi nascere il tema della ‘sostenibilità’, l’amore per ‘il pianeta’ e le relative ricette per salvarlo. Tutte soluzioni per nulla imparziali che ‘casualmente’ vengono a coincidere nei loro effetti proprio con i desiderata delle alte sfere del potere dominante. Bisogna prima di tutto comprendere che le forze a capo di questa trasformazione non si muovono solo per motivazioni economiche e politiche ma soprattutto ideologiche, guidate da idee e concezioni già stabilite aprioristicamente sulla base dei loro principi. Senza entrare in una approfondita disamina riguardo una metafisica della storia applicata alla politica, riteniamo che oggi i detentori del potere siano rappresentanti/manifestazioni delle forze dell’Entropia, operanti per predominio tramite il livellamento, l’equalizzazione, l’eliminazione di ogni differenza. L’applicazione dei loro principi, che già oggi si può vedere in vari aspetti della società, non potrà non avere ripercussioni anche riorganizzazione della cosiddetta ‘economia verde’, i cui effetti non propagandati andranno proprio ad agire in tal senso.
L’obiettivo non riguarderà quindi ‘il pianeta’, ma l’uomo, con la sua riduzione a un grado ultimo di sudditanza, al di fuori di qualsiasi schema funzionale tradizionale, abbattendo le vocazioni e ogni aspirazione personale dettata dalla propria intima natura. Una proletarizzazione mondiale, da intendersi non solo in termini puramente economici, ma anche morali e spirituali, come atomizzazione, livellamento delle coscienze e dei pensieri, egualitarismo forzato, eliminazione di quell’unica tendenza naturale che è la volontà di affermare la propria unicità. Il proletario, non come lavoratore, ma come fuori casta: individuo ridotto ai minimi termini, unità semplice senza più possibilità di realizzarsi, di diventare veramente ‘se stesso’ […]