Dal ‘cilindro magico’ di Filippo Rossi nasce un movimento di cui non se ne avverte il bisogno: La Buona Destra
Mentre il firmamento della partitologia nazionale sonnecchiava, più o meno consapevolmente, con un ‘colpo di genio’ – a dar soddisfazione alle ignave genti – si manifestava una formazione politica a lungo (in)desiderata: La Buona Destra. Se fino ad ora la destra italiana era stata declinata in tutte le sue, più o meno, significanti sfumature – liberale, fascista, divina, radicale, sovranista, tradizionalista, libertaria, nuova, etc – era giunto il momento di tracciare una biblica linea di confine tra bene e male.
Come Noè, Mao Tse Tung, Bastianich o la famigerata lavagna scolastica – divisa in due – che terrorizzava i poveri scolaretti, il prode ex assistente di Gianfranco Fini, con una sentenza ieratica sanciva chi fosse bravo e chi no. Di fatto, auto proclamandosi leader della ‘buona destra’ (del resto nell’atto costitutivo erano in tre, difficile non classificarsi sul podio), confinava tutte le altre ‘maldestre’ nella famigerata sponda dello Stige. Nei primi giorni di agosto del 2020 nasceva dunque il partito ‘La Buona Destra’ con sede legale a Palermo. Il suo profeta, dopo le mirabolanti vicende del Festival Caffeina a Viterbo e la fantasmagorica presenza al Castello di Santa Severa nel 2019, in piena pandemia, ha proclamato la sua discesa in campo. Dopo aver scritto ‘Dalla parte di Jekyll: Manifesto per una buona destra’, mancava la lieta novella: «Buona Destra è un movimento che si ispira alla destra moderata, europeista e liberale. E’ un’offerta politica di cui il Paese ha bisogno rivolta a tanti italiani che si riconoscono nei valori della destra ma sono lontani dal populismo, degli estremismi e dei sovranismi». Alla faccia del bicarbonato di sodio! Nel trionfo del turboliberismo e della egemonia dei poteri trans-nazionali liberal-capitalisti, il giusto contrappeso, avrebbe esclamato Herbert Ballerina, personaggio nato dalla surreale fantasia del comico Maccio Capatonda. Un nuovo partito – ma forse non arriva nemmeno a esserlo – considerato ciò che afferma la testata online The Urban Post, sempre attenta ai flussi informativi sui social: «Rossi, leader di un movimento partito dal basso, la Buona Destra, sta riscontrando un discreto consenso sul territorio». A detta del fondatore, «ad oggi conta circa 11000 iscritti, 147 comitati locali e 15 comitati tematici. Vi sono poi 77 comitati d’area coordinati da un referente e 32 consiglieri comunali eletti in liste civiche che hanno aderito al movimento». Numeri da fare spavento e ‘geometrica potenza’ si sarebbe detto altrove, tanto tempo fa. «Questo avviene perché gli elettori italiani sentono la necessità dell’esistenza di una forza politica liberale e moderata, lontana dai populismi, responsabile e capace di ridare slancio al Paese». Quindi tra un manifesto gollista, uno di Frida Khalo, uno in cui un sedicente sionista (maschio) e un sedicente palestinese (maschio) si baciano e il sostegno a Carlo Calenda alle prossime amministrative di Roma, la fisionomia assunta è quella di un vero e proprio partito governativo radicale e liberal-progressista. Che si chiama ‘Buona Destra’. Insomma, una farsa che fa sorridere, come quei video sui social dove i padroni dei gattini mettono ai felini delle parrucche di criniera, per farne dei ‘leoni da divano’ […]