Un meme vi seppellirà. Intervista a Federico Palmaroli (Osho)

da Federico Palmaroli Osho

Osho Rajneesh – da qui il nome della tua pagina social – un santone che a metà degli Settanta gira l’India e fonda comunità, insegna amore e meditazione, per poi trasferirsi in Oregon, negli Stati Uniti, e appassionarsi alle Rolls-Royce. Chi è invece Federico Oshø Palmaroli?

Uno che ha dato nuova vita a quel santone, prendendo lui per dare sfogo alla mia indole iconoclasta e alla mia passione per la parodia. Per quello che faccio ora, cioè satira politica, non mi sarebbe servito utilizzare la sua immagine ma, alla fine, è stato un trampolino di lancio che ovviamente benedico e comunque quel soprannome continua a funzionare. Ormai mi conoscono tutti così. A dicembre però quel personaggio tornerà in vita, non sotto forma di vignetta, ma in una serie tv interpretata da Neri Marcorè che andrà in onda su Raiplay.

Grazie per lo scoop ma, Oshø è figlio di Roma o può nascere anche a Milano o a Palermo?

Un certo tipo di comicità, dialoghi impostati come li presento io, la battuta ficcante, sono aspetti di un umorismo tipicamente romano. Alcune battute funzionerebbero lo stesso anche se fossero scritte in italiano, ma la maggior parte no, c’è bisogno per forza dello spunto alla Alberto Sordi o alla Carlo Verdone.

Spesso vieni tirato per la giacchetta, definito come “di destra” e per questo fatto oggetto di insulti anche velenosi sui social. Perchè la satira in questo Paese, dev’essere incasellata secondo i dogmi del destra/sinistra?

Qui c’è la tendenza a dare un’etichetta politica a tutto, persino ai cibi. Io non ho mai nascosto la mia area ideologica, ma questo non mi ha mai messo nella posizione di fare satira a senso unico. E’ normale che in questi anni la mia satira si è rivolta principalmente verso il centrosinistra e i 5 stelle perché sono le forze politiche che sono state più al governo da quando ho iniziato questa avventura. La satira politica, da che mondo è mondo, colpisce i governanti. Più che altro, il cortocircuito si è verificato quando ci si è dovuti arrendere al fatto che un umorismo di livello, non è prerogativa esclusiva della cultura di sinistra […]

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