(Mai) Stati canaglia

da Hanieh Tarkian

Varie fonti indicano il presidente americano Reagan come colui che utilizzò per primo il termine ‘Stati canaglia’ – rogue States – negli anni ’80; il New York Times in un articolo datato 9 luglio 1985 riportava: «Il presidente Reagan oggi ha definito l’Iran, la Libia, la Corea del Nord, Cuba e il Nicaragua come ‘una confederazione di Stati terroristi’ che ha compiuto ‘veri e propri atti di guerra’ contro gli Stati Uniti». Al concetto di Stati canaglia o Stati sponsor del terrorismo, nel 2002, il presidente degli Stati Uniti G. W. Bush aggiunse l’espressione ‘l’asse del male’. Quel giorno, il 29 gennaio, citò in particolare Iraq, Iran e Corea del Nord. Tuttavia, negli anni successivi, esponenti dell’amministrazione americana utilizzarono termini simili per altre nazioni: Venezuela, Siria, Cuba e così via. La versione più aggiornata della lista degli Stati canaglia, come riportata sul sito del Dipartimento di Stato americano, elenca quattro Stati: Cuba, Nord Corea, Iran e Siria.

Per l’analista geopolitico attento non sarà difficile comprendere quali siano i criteri americani nell’identificare uno Stato quale ‘canaglia’ o ‘sostenitore del terrorismo’: questi criteri non rispecchiano altro che l’impegno di questi Stati a mantenere la propria indipendenza dalle ingerenze imperialiste americane e a salvaguardare la propria terra e identità dall’aggressione globalista e mondialista. Nonché lo sforzo volto a sostenere anche quegli Stati intenzionati a resistere all’oppressione degli Stati Uniti e dei loro alleati: per esempio il sostegno dell’Iran alla Siria e all’Iraq contro i gruppi terroristici sostenuti dall’Occidente, alla Palestina e al Libano contro Israele e allo Yemen contro l’aggressione saudita e altresì l’impegno di Cuba, Venezuela e Corea del Nord a mantenere la propria indipendenza dai diktat americani e così via. Una definizione, quella di ‘Stati canaglia’, fondata quindi su criteri unilaterali, ripresi con una praticamente inesistente possibilità di contraddittorio dai media mainstream, che seguono scodinzolando i copioni imposti: dalla campagna di ridicola denigrazione di Kim Yong-un, descritto come un sadico ragazzino pronto a distruggere il pianeta come il più stereotipato dei ‘cattivi’ dei cartoni animati, al fango gettato sugli uomini e sulle donne più importanti di questi Paesi, come il presidente venezuelano Hugo Chavez o il nobile Generale iraniano Qassem Soleimani. Così, gli USA si sono attribuiti deliberatamente il diritto di attribuire la patente di ‘Stato canaglia’. Inoltre, il fatto che gli Stati Uniti definiscano quegli Stati ‘canaglia’ o ‘asse del male’, considerando quindi se stessi paladini e difensori del mondo da quegli Stati, costituisce una completa sovversione della realtà dei fatti. Basti ricordare il ruolo avuto dagli Stati Uniti d’America nel sostenere un perenne stato di destabilizzazione nelle regioni e Stati che non vogliono piegarsi agli interessi americani. Tale status quo è mantenuto, tra le varie cose, attraverso la creazione e il finanziamento di gruppi terroristici – come i talebani in Afghanistan e al-Qaeda in Yemen e Pakistan – da cui poi si sono sviluppati tutti gli altri gruppi arrivando fino all’Isis […]

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