Sembra che la criminalizzazione dell’uomo abbia come scopo la sua cancellazione. Ma può scomparire l’uomo senza che scompaia anche la donna?
No, stanno scomparendo ovviamente entrambi, contemporaneamente. Per l’uomo è più vistoso, perché di questo sono cancellate tutte le caratteristiche sia quelle positive che negative. In realtà, nel frattempo, è scomparsa anche la donna. Perché la cosiddetta moda ‘androgina’ nega mammelle, una sana quantità di grasso sottocutaneo e fianchi larghi, ovvero le tipiche caratteristiche femminili con effetti sulle capacità riproduttive. In sintesi, il modello che ci propone la moda sin dagli anni ’60, col dogma della magrezza, è quello di una donna che ha perso la funzione riproduttiva ed il ruolo materno. Ed ha tolto all’uomo la funzione paterna. Per questo, oggi piace così tanto il cosiddetto ‘indifferenziato’. I media offrono il modello di donne sole più i meno di successo, successo il senso maschile, non si madre.
Il femminismo ha collaborato a questa situazione?
Certamente, Bisogna però precisare che il femminismo ha avuto due tronconi, tra loro antitetici ma spesso confusi tra loro. La prima fase, o movimento, di emancipazione femminile fu quello impegnato per il riconoscimento dei diritti civili alle donne. Entrate progressivamente nella vita sociale ed economica questo movimento aveva naturalmente esaurito la sua funzione. Inizia così una seconda fase, quella del movimento di ‘liberazione’ non a caso capeggiato da donne senza figli come Simone De Beauvoir. Donne che incarnano l’antico odio biblico della donna sterile per quella fertile, ma anche per l’uomo e per i nascituri in generale.
Donne e uomini, dunque, sono scomparsi ma le donne sembrano (ma non lo sono) ancora presenti tra noi, perché le si riconoscono cose ridicole come le quote rose o la ridefinizione semantica dei mestieri femminilizzando parole che nel nostro vocabolario esistono solo al maschile […]
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