2001: vent’anni dopo, cosa resta dell’anno che ha cambiato il mondo?

da Andrea Marcigliano

Vent’anni dopo…

No. Non è (solo) il titolo di un romanzo di Dumas. Il secondo della, celeberrima, saga dei Tre Moschettieri. È, anche, la memoria di vent’anni fa. La memoria di un anno cruciale della nostra storia. E per la nostra vita. Il 2001.  La memoria non segue schemi rigidi. Va per flussi. Onde. Eppure, proprio per questo, permette, alla fine, di ricostruire un quadro. Di comprendere. Sembra ieri, è banale dirlo, ma sembra davvero ieri. Le notizie del G8 di Genova. Era estate piena. Luglio. La televisione trasmetteva immagini di guerra. Truppe in assetto antisommossa, lanci di molotov, idranti, lacrimogeni, auto incendiate, negozi devastati… Una città in preda al caos. Al terrore. Ma non era Beirut, o Gaza. Era Genova. Ed era l’Italia. Vi scappò il morto. Uno solo, si potrebbe aggiungere. Perché la virulenza degli scontri faceva presagire, e temere, ben altro. Fu, comunque, episodio truce. Con ampi strascichi di polemiche tra i soliti libertari a corrente alternata, e gli, altrettanto usuali, dobermann dell’ordine costituito. Carlo Giuliani fu beatificato, le Forze dell’ordine crocifisse. E viceversa. Un piccolo Affaire Dreyfus in salsa italiana. Ridotto alle dimensioni di quell’italietta sempre più provinciale. Sempre meno protagonista sulla scena internazionale. Ben pochi, nella polemica, si chiesero, però, cosa realmente stesse avvenendo a Genova. Cosa fosse questo G8, e quali le decisioni che vi stavano venendo prese. Dietro la cortina di fumo dei lacrimogeni e delle molotov. Era il 20 Luglio. E, ufficialmente, a Genova si discuteva di lotta alla povertà e all’AIDS. La prova generale della minaccia pandemica globale.

Nei mesi precedenti, era crollata la finanza dell’Argentina, era nata l’Unione Africana, il PIL della UE aveva superato, per la prima volta, quello statunitense. Schengen si andava dilatando e la Grecia era entrata, trionfalmente, nell’area Euro… Nello Studio Ovale sedeva George W. Bush. O splendido Mondo Nuovo! Cantavano in coro i media. Genova fu una delle prime note stonate.

Poi, l’11 Settembre. Le Due Torri. Inutile, ozioso quasi parlarne. Fu lo spartiacque tra l’euforia globalista clintoniana, l’utopia della ‘Fine della Storia’ e la scoperta che questo ‘Mondo Nuovo’ non era poi così magnifico. E molto più pericoloso di quello Vecchio. Da lì l’escalation dei conflitti: immediatamente l’Afghanistan. Poi toccherà all’Iraq. Poi, beh questo lo stiamo vivendo… […]

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