«Benvenuti nell’anno 2030. Benvenuti nella mia città – o dovrei dire “la nostra città”. Non possiedo nulla. Non ho un’auto. Non ho una casa. Non posseggo alcun elettrodomestico o vestito. Potrei sembrarvi strano, ma tutto ciò ha perfettamente senso per noi in questa città. Tutto ciò che voi consideravate un prodotto, ora è diventato un servizio. Abbiamo accesso ai trasporti, agli alloggi, al cibo e a tutto ciò di cui abbiamo bisogno nelle nostre vite quotidiane. Poco per volta, tutte queste cose sono diventate gratuite, quindi non ha senso per noi averne tante».
Questo è l’incipit del breve saggio dell’ex ministro dell’ambiente danese, Ida Auken, dal titolo emblematico: Benvenuti nel 2030, dove la proprietà privata e la privacy non esistono. In questo contributo viene delineato il progetto tecno-utopistico della città del futuro, in cui la tecnologia e la sharing economy avranno sostituito la proprietà privata, liberando la popolazione dalla povertà; in cambio, però, la cessione della privacy e lo stravolgimento di quello che oggi ancora consideriamo la ‘normalità’.
La visione pauperista e neoambientalista di Auken appartiene più in generale alla dottrina del Grande Reset: uno dei suoi slogan è infatti il seguente: ‘Non avrai nulla e sarai felice’. Il progetto intende avviare una riconfigurazione antropologica, economica, ambientale ed esistenziale a medio termine che possiamo interpretare come il tentativo di rifeudalizzare la nostra società. Esso prevede infatti un cambiamento straordinario che vuole portare alla costituzione di un “nuovo ordine” verso cui i sostenitori del Grande Reset nutrono entusiasmo e aspettative sconfinate.
Questa ‘nuova era’ per l’umanità è stata battezzata il 3 giugno 2020, quando il fondatore del World Economic Forum (wef), l’ingegnere ed economista tedesco Klaus Schwab, ha invitato i leader mondiali ad abbracciare la nuova teoria del ‘Grande Reset’. «La pandemia – ha spiegato Schwab – ci ha mostrato quanto rapidamente possiamo effettuare cambiamenti radicali nel nostro stile di vita… e rappresenta una rara quanto stretta finestra di opportunità per riflettere, ripensare e riorganizzare il nostro mondo».
Tra coloro che sono intervenuti all’evento del 3 giugno o che hanno espresso in seguito il loro sostegno al piano, si contano funzionari del mondo dell’economia e della finanza, rappresentanti del fmi (Fondo Monetario Internazionale), della Banca mondiale, degli Stati anglosassoni (usa e Regno Unito), ceo e presidenti di grandi aziende come bp, MasterCard e Microsoft. […]
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