Ci sembra necessario – pur dovendo trattare l’argomento magia in riferimento soprattutto a due opere letterarie come Il Signore degli Anelli ed Harry Potter -iniziare quest’articolo spiegando cosa debba intendersi col termine magia’. Pochi concetti, infatti, hanno subito altrettante e spesso fuorvianti interpretazioni, finendo per rievocare, al solo udirlo, immagini infantili o, al contrario, tenebrosi rimandi infernali.
LA MAGIA NELLA VISIONE TRADIZIONALE DEL COSMO
Una definizione della magia, in realtà, dovrebbe presupporre innanzitutto la conoscenza della Cosmologia tradizionale presente, in varie forme, in tutte le tradizioni spirituali.
Pur nella diversità dei linguaggi e delle accentuazioni particolari, si può dire che la visione pre-moderna dell’universo contempli tre dimensioni o piani della realtà:
- un piano ‘grossolano’ o esteriore corrispondente alla realtà esplorabile coi cinque sensi;
- un piano ‘sottile’, animico, psichico o dei ‘ritmi’, detto anche mondo intermedio, non più grossolano ma nemmeno spirituale, nel cui ambito – lo anticipiamo da subito – vanno inquadrate le cosiddette ‘arti magiche’;
- un piano archetipico, superiore alle forme, trascendente, che è quello propriamente Spirituale che rappresenta lo scopo della Religione e delle Vie spirituali.
A questi tre piani, che rappresentano la totalità della manifestazione universale (o, per usare un’espressione più vicina al linguaggio delle religioni abramitiche, della creazione) va aggiunta la Realtà Suprema, quella Divina, la ‘sede’ dell’Essere Supremo, di Dio, del Principio, che tuttavia, per definizione, trascende qualsiasi piano o stato dell’essere, foss’anche il più alto possibile.
Quella che viene chiamata magia, in senso stretto, non è altro che la ‘scienza’ del mondo intermedio, sottile o animico. In senso stretto, l’attività magica presuppone la conoscenza e la possibilità di utilizzare i ‘ritmi’ del mondo sottile allo scopo anche di influenzare il piano grossolano. Proprio in questa forma, la magia è stata universalmente conosciuta in tutte le culture, il che dimostra a fortiori anche una sua efficacia: gli antichi Egizi, addirittura, la consideravano un ‘dono divino’ per aiutare gli uomini nelle incombenze e nelle difficoltà della vita terrena.
Bisogna tuttavia precisare che, in senso stretto, la magia non ha nulla a che vedere con qualsivoglia Via spirituale, proprio perché il suo oggetto non è lo Spirito ma il mondo intermedio dei ritmi e non si metterà mai abbastanza in guardia i moderni dalla confusione, purtroppo diffusissima, che troppo spesso si fa tra psichico e spirituale.
Al tempo stesso, va anche ricordato che la scienza della dimensione sottile può essere utilizzata e divenire ‘sostegno’ di un influsso spirituale: è per tali motivi, ad esempio, che le antiche arti del canto sacro, dell’architettura e persino le liturgie religiose tradizionali, presupponevano una conoscenza dei ritmi che, in senso lato, potremmo definire come magica; ma queste conoscenze, ribadiamo, sono solo un presupposto, un ausilio per rendere l’individuo umano più recettivo verso l’azione dello Spirito, la quale è di per sé del tutto trascendente.
Archetipi di questa Magia superiore e orientata, in definitiva, al riconoscimento dei Segni dello Spirito presenti nella realtà sono ad esempio, nella tradizione cristiana, i Magi che, studiando l’armonia delle stelle, giungono al riconoscimento del Messia, come raccontato nei Vangeli […]
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