SOCIETÀ ORGANICA. UN MODELLO ATEMPORALE

da Mario Polia

L’organizzazione della società medievale attinge a un modello archetipico il quale propone una dottrina e un’antropologia fondate su principi metafisici che presiedono alla struttura e al funzionamento della società. Secondo tale modello  ̶  cui aderirono Roma, Grecia, Germani e altre culture dell’Europa  ̶  la società si compone di “classi funzionali”. Ad essa spetta il nome di “organica” perché, partecipi d’una tradizione comune, le classi che la compongono agiscono in unità d’intenti e sinergia di opere espressa, nei Veda, dalla metafora delle membra delle quali ognuna compie una funzione necessaria alla vita dell’organismo. Dopo circa un millennio, la metafora ricompare a Roma nell’allocuzione di Menenio Agrippa alla plebe. Per quanto concerne il Medioevo, la continuità del modello mostra la continuità d’una Filosofia perenne cui aderirono le forme religiose succedutesi sul teatro della storia. Dalla prospettiva evangelica, il Compimento comporta l’assunzione di quanto di giusto e vero era nelle precedenti tradizioni.

“Giusto” e “vero”, infatti, non sono concetti filosofici ma idee seminali poste dal Lógos nel cuore della creatura. Cercheremo dunque, di illustrare i principi che presiedono alla costituzione della “società organica” iniziando dalle origini per giungere al Medioevo. In India, il concetto di “varṇa, colore”, si applicava alle classi funzionali della società cui, in seguito, venne applicato il termine portoghese “casta”, riferito ai privilegi di cui i varṇa più elevati godevano al momento in cui il termine fu adottato. L’allusione al “colore” concerne le qualità (guṇa) connaturate alla persona: sattva, chiarezza, pace interiore, purezza (sat– significa “essere” ed “Essere” inteso come Principio assoluto); rajas, attività, movimento; tamas, inerzia (spirituale), oscurità, pesantezza. In proporzioni differenti, i tre guṇa sono presenti in ogni persona determinando orientamenti e vocazione. Al primo varṇa, cui corrisponde il bianco, appartengono i sacerdoti (brāhmaṇa) il cui nome equivale a “preghiera” e “sacrificio” […]

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