Come sarà il mondo del dopo-Covid? Difficile, forse impossibile, rispondere. Quel che è certo è che nulla sarà come prima. Se è vero che alcuni processi oggi in atto produrranno i loro effetti misurabili e comprensibili solo fra anni, pure sono numerosi gli spunti di riflessione che emergono da un’analisi della realtà in atto che vada oltre le logiche del politicamente corretto e dell’informazione mainstream. Fenomeni che, però, sono in molti a non voler vedere. Di voci libere ne esistono molte, ma non tutte sono in grado di abbinare una lettura (controcorrente) dei fatti a una visione del mondo davvero alternativa a quella dominante: una di queste è Enrica Perucchietti.
Enrica, in questi ultimi mesi abbiamo assistito a una progressiva censura del pensiero alternativo. Qualunque notizia riguardante il Covid-19 è stata sottoposta a un arbitrario ‘fact checking’ gestito dai soliti noti. Stiamo andando, addirittura, verso una patologizzazione del dissenso?
Sì e ne parlo da diverso tempo, prima ancora della pandemia. Si sta tentando di patologizzare il dissenso, per poter intervenire in maniera coatta e creare un pericoloso precedente: trattare e ospedalizzare i dissidenti. Coloro che non si allineano al pensiero unico vengono da tempo perseguitati e marchiati con etichette denigratorie, per incasellare il dissenso; ora però, si vuole inculcare nell’opinione pubblica l’idea che chi non si allinea e si sottomette all’Ortodossia sia uno ‘psicocriminale’ che va curato e riabilitato in modo che il suo pensiero non contagi il resto della popolazione.
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