Dismorphophobia. La paura, anzi l’odio per il nostro aspetto. Il rifiuto, patologico, di ciò che siamo, del nostro volto e del nostro corpo. È una patologia che colpisce, normalmente, rari individui, per lo più ossessionati dal loro aspetto. Una forma estrema di narcisismo, se vogliamo.
Quello a cui stiamo assistendo è, in sostanza, qualcosa di molto simile. Stavolta proiettato sui popoli e sulle culture. Una sorta di Dismorphophobia culturale, da cui sembra essere gravemente afflitta la cosiddetta Civiltà Occidentale. Che cosa rappresentano infatti fenomeni come i Black Lives Matter se non patologie culturali? Patologie fortemente degenerative come l’odio per se stessi, per la propria identità, l’odio per la propria storia. Stiamo parlando di una malattia della psiche prima ancora che di un fenomeno o movimento politico. Ad essere malata è la psiche collettiva del mondo occidentale, il cui narcisismo – che si esprime nell’incapacità di vedere o concepire altro al di là del proprio limitato orizzonte, del proprio ombelico – si è trasformato in una vera e propria pulsione suicida.
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